04.09.2015

Banche, reti e family office. Ecco i campioni del private

AdvisorOnline.it
PRESS REVIEW

Si è detto che il private banking è un’industria a 6 teste (leggi), dove diversi gruppi di operatori lottano per guadagnare nuove quote di mercato. Quali sono i rapporti di forza all’interno di ciascuna categoria? Secondo l’indagine “Il Private Banking in Italia” realizzata da Magstat e giunta alla dodicesima edizione, la posizione dei primi tre player in ogni gruppo è dominante.

Partiamo dalle divisioni private di banche commerciali italiane; qui Unicredit PB, Intesa Sanpaolo PB (il rapporto non tiene conto della recente fusione con Banca Fideuram) e Ubi Private Banking fanno la parte del leone: detengono il 54,5% del mercato private gestito da questo segmento e da sole rappresentano il 27,7% del mercato private servito in Italia.

Nella categoria delle banche d’affari straniere, invece, si mettono in evidenza BNL-Bnp Paribas, Ubs Italia e Deutsche Bank Private & Wealth Management, con il 49,3% degli asset riconducibili a questo gruppo e l’8,9% del mercato complessivo. Banca Esperia, Banca Leonardo e Banca Finnat Euramerica valgono il 70,1% delle masse amministrate dalle banche italiane indipendenti specializzate nel private banking (3,6% del totale), mentre Ersel Sim, Banor Sim e Quadrivio Sgr dominano il segmento rappresentato da boutique finanziarie, sgr, sim, con una quota del 64,5% (1,8%) del mercato private servito in Italia.

Tra le reti di promozione finanziaria, salgono sul podio Banca Fideuram, Banca Generali Private Banking e Finecobank Wealth Management: detengono il 65,9% del mercato private gestito delle reti specializzate nel private banking ed il 9,8% del mercato private italiano. Infine, tra i family office le prime tre strutture sono Unione Fiduciaria, Global Wealth Management e Tosetti Value Sim: gestiscono il 35,9% del mercato private gestito da questa tipologia di operatori e il 3,1% del mercato private e fo servito in Italia.

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