É ora di pensare a un piano industry 5.0
L’industria manifatturiera e dei servizi è sempre più all'attenzione del mercato dei capitali per cogliere le emergenti opportunità di investimento in progetti industriali di riposizionamento delle imprese lungo le filiera di fornitura, in alternativa a investimenti in progetti basati sulla leva finanziaria e sulla crescita organica. Cogliere queste nuove opportunità di investimento consente una creazione di valore accelerata perché privilegia strategie di crescita inorganica destinate a ridefinire il ruolo, cioè il mestiere, dell'impresa lungo la filiera invece che strategie di crescita organica inerziale.
Ciò è tanto più evidente in Europa, dove le filiere di fornitura sono caratterizzate da un'elevata granularità di imprese, spesso duplicate tra Italia, Germania e Francia, con necessità di consolidamento in verticale, tra fornitore e cliente, e in orizzontale, tra aziende concorrenti. Per questo l'attenzione degli investitori si sta rivolgendo sempre più alle numerose imprese B2B che sono fornitori di impianti, semilavorati, componenti, sistemi e servizi per altre aziende oltre che alle imprese B2C di più facile comprensione perché offrono prodotti e servizi finiti ai consumatori. II ripensamento dei ruoli delle imprese nei sistemi di fornitura si presenta inevitabile a causa di tre macro trend: le trasformazioni in atto nel sistema geoeconomico globale, ad esempio sostegni pubblici alle imprese e reshoring che rende anticiclico ciò che è sussidiato, l'accessibilità di tecnologie innovative, ad esempio digitalizzazione, intelligenza artificiale e nuovi materiali, l'inevitabilità di cogliere i vantaggi della trasformazione energetica per superare le minacce di obsolescenza di settori tradizionali. II ripensamento del ruolo e il riposizionamento delle Pmi italiane è già stato avviato da alcune imprese e si articola in tre direttrici:
- L'adozione di tecnologie, come AI e digitalizzazione degli acquisti e delle vendite, per il monitoraggio permanente non solo del mercato a valle, ma anche dell'offerta a monte dell'azienda, attraverso una "reverse intelligence" che consente, per un verso, di anticipare gli investimenti in capacità produttiva e in sviluppo nuovi prodotti e servizi e, per un altro, di ridurre l'incertezza e la volatilità generate dai ritardi che si accumulano nel ciclo ordine-consegna lungo la filiera. Come nelle code in autostrada che procedono a fisarmonica, quando l'azienda finale innova prodotti e servizi sotto la spinta dell'innovazione e dell'e-commerce, ma i fornitori della filiera rispondono in ritardo o non sono in grado di rispondere per mancanza di capacità produttiva e di innovazione tecnologica, poi i fornitori investono ma l'azienda finale ha già lanciato una nuova offerta e il fornitore deve far fronte a capacità produttiva non utilizzata e a urgenze di destoccaggio.
- Il riposizionamento delle Pmi da leader di nicchia in settori specifici a leader globali di tecnologia e di servizio, trasversali a tanti settori. Com'è stato realizzato da una delle partecipate del portafoglio del fondo Industry 4.0 - Quadrivio che da leader tecnologica dello stampaggio della plastica rotazionale solo per automotive ha investito per diventare leader tecnologico globale aprendo all'industria delle bombole in pressione per la sanità e, soprattutto, allo sviluppo di bombole in plastica-carbonio per la trasformazione energetica della trazione a idrogeno;
- L'accelerazione verso un nuovo modello di fare impresa capace di ambiziosi progetti industriali che colgano i vantaggi della partnership con il mercato dei capitali, ad esempio con fondi privati, club deal, borsa. Partnership indispensabile per gli investimenti necessari per occupare posizioni nei megatrend che dureranno nel tempo invece che in specifici settori industriali, trend come, ad esempio, la trasformazione energetica, la nuova mobilità, la domanda di un'industria dedicata alla prevenzione e alla salute delle crescenti aspettative di vita, la richiesta strutturale di safety & security in tutte le dimensioni, dal privato, alla cyber, alle infrastrutture, alle reti, crescita della domanda di esperienze nella crescente disponibilità di tempo libero da dedicare a turismo, sport, cultura, cibo.
É dunque tempo di mettere a punto una Industry 5.0 per l'Europa, in particolare per le Pmi Italiane, che capitalizzi i vantaggi di produttività ed efficienza acquisiti dal Sistema industriale con gli investimenti e con gli incentivi destinati a Industry 4.0.
Industry 4.0, che ho contribuito a promuovere come consulente di istituzioni e aziende, ha rappresentato una rivoluzione tecnologica che sta trasformando il sistema produttivo in tutto il mondo, e l'Italia non ha fatto eccezione. Industry 5.0 serve per incentivare progetti industriali di lunga prospettiva, destinati a far partecipare le nostre imprese da protagoniste nei nuovi settori che si formeranno attorno ai mega-trend, e per promuovere la partnership di co-investimento degli imprenditori di nuova generazione con il mercato dei capitali.