01.07.2023

É ora di pensare a un piano industry 5.0

Il Sole 24 Ore
PRESS REVIEW

L’industria manifatturiera e dei servizi è sempre più all'attenzione del mercato dei capitali per cogliere le emergenti opportunità di investimento in progetti industriali di riposizionamento delle imprese lungo le filiera di fornitura, in alternativa a investimenti in progetti basati sulla leva finanziaria e sulla crescita organica. Cogliere queste nuove opportunità di investimento consente una creazione di valore accelerata perché privilegia strategie di crescita inorganica destinate a ridefinire il ruolo, cioè il mestiere, dell'impresa lungo la filiera invece che strategie di crescita organica inerziale.

Ciò è tanto più evidente in Europa, dove le filiere di fornitura sono caratterizzate da un'elevata granularità di imprese, spesso duplicate tra Italia, Germania e Francia, con necessità di consolidamento in verticale, tra fornitore e cliente, e in orizzontale, tra aziende con­correnti. Per questo l'attenzione degli investitori si sta rivolgendo sempre più alle numerose impre­se B2B che sono fornitori di impianti, semilavorati, componenti, sistemi e servizi per altre aziende oltre che alle imprese B2C di più facile comprensione perché offrono prodotti e servizi finiti ai consumatori. II ripensamento dei ruoli delle imprese nei sistemi di fornitura si presenta inevitabile a causa di tre macro trend: le tra­sformazioni in atto nel sistema geoeconomico globale, ad esempio sostegni pubblici alle imprese e reshoring che rende anticiclico ciò che è sussidiato, l'accessibilità di tecnologie innovative, ad esempio digitalizzazione, intelli­genza artificiale e nuovi materia­li, l'inevitabilità di cogliere i van­taggi della trasformazione ener­getica per superare le minacce di obsolescenza di settori tradizio­nali. II ripensamento del ruolo e il riposizionamento delle Pmi italiane è già stato avviato da alcune imprese e si articola in tre direttrici:

  • L'adozione di tecnologie, come AI e digitalizzazione degli acquisti e delle vendite, per il monitoraggio permanente non solo del mercato a valle, ma an­che dell'offerta a monte del­l'azienda, attraverso una "reverse intelligence" che consente, per un verso, di anticipare gli investi­menti in capacità produttiva e in sviluppo nuovi prodotti e servizi e, per un altro, di ridurre l'incertezza e la volatilità generate dai ritardi che si accumulano nel ciclo ordine-consegna lungo la filiera. Come nelle code in auto­strada che procedono a fisarmo­nica, quando l'azienda finale innova prodotti e servizi sotto la spinta dell'innovazione e dell'e-commerce, ma i fornitori della filiera rispondono in ritardo o non sono in grado di rispondere per mancanza di capacità produt­tiva e di innovazione tecnologica, poi i fornitori investono ma l'azienda finale ha già lanciato una nuova offerta e il fornitore deve far fronte a capacità produt­tiva non utilizzata e a urgenze di destoccaggio.
  • Il riposizionamento delle Pmi da leader di nicchia in settori specifici a leader globali di tecno­logia e di servizio, trasversali a tanti settori. Com'è stato realiz­zato da una delle partecipate del portafoglio del fondo Industry 4.0 - Quadrivio che da leader tecnologica dello stampaggio della plastica rotazionale solo per automotive ha investito per di­ventare leader tecnologico globa­le aprendo all'industria delle bombole in pressione per la sanità e, soprattutto, allo svilup­po di bombole in plastica-carbo­nio per la trasformazione energe­tica della trazione a idrogeno;
  • L'accelerazione verso un nuovo modello di fare impresa capace di ambiziosi progetti industriali che colgano i vantaggi della partnership con il mercato dei capitali, ad esempio con fondi privati, club deal, borsa. Partner­ship indispensabile per gli inve­stimenti necessari per occupare posizioni nei megatrend che dureranno nel tempo invece che in specifici settori industriali, trend come, ad esempio, la tra­sformazione energetica, la nuova mobilità, la domanda di un'indu­stria dedicata alla prevenzione e alla salute delle crescenti aspetta­tive di vita, la richiesta strutturale di safety & security in tutte le dimensioni, dal privato, alla cyber, alle infrastrutture, alle reti, crescita della domanda di espe­rienze nella crescente disponibilità di tempo libero da dedicare a turismo, sport, cultura, cibo.

É dunque tempo di mettere a punto una Industry 5.0 per l'Eu­ropa, in particolare per le Pmi Italiane, che capitalizzi i vantaggi di produttività ed efficienza acquisiti dal Sistema industriale con gli investimenti e con gli incentivi destinati a Industry 4.0.

Industry 4.0, che ho contri­buito a promuovere come consulente di istituzioni e aziende, ha rappresentato una rivoluzione tecnologica che sta trasformando il sistema produttivo in tutto il mondo, e l'Italia non ha fatto eccezione. Industry 5.0 serve per incenti­vare progetti industriali di lunga prospettiva, destinati a far partecipare le nostre im­prese da protagoniste nei nuo­vi settori che si formeranno attorno ai mega-trend, e per promuovere la partnership di co-investimento degli impren­ditori di nuova generazione con il mercato dei capitali.

News sourceIl Sole 24 Ore